Mulino di Castello

Le acque del torrente Caro furono sfruttate ininterrottamente, fino alla metà del Novecento, per la trasformazione dei cereali, delle castagne e, nel Medioevo, anche della lana.
Nel 1144 e poi nel 1292 abbiamo le notizie più antiche di mulini e gualchiere sul Caro, appartenenti ai conti Aldobrandeschi, alla pieve di Santa Fiora e al monastero della Santa Trinità.
L’edificio conserva nella muratura medievale tracce delle fortificazioni a difesa della porta e un buon numero di incisioni.
Fu dotato, in epoca sforzesca, di un acquedotto di servizio che riforniva anche il convento delle clarisse cappuccine.

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