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LA VITA AMIATINA DAL DOPOGUERRA AD OGGI

MUSEO - SALA 6

LA VITA AMIATINA DAL DOPOGUERRA AD OGGI

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Con l'avvento del Fascismo si ebbero limitazioni del libero pensiero che portarono la società a uniformarsi all'ideologia dominante, pena l'esclusione dalla vita sociale o addirittura la rappresaglia.
Con la messa al bando delle organizzazioni politiche e sindacali non fasciste, terminarono le rivendicazioni salariali e le richieste di miglioramento delle condizioni lavorative. Le migliorie che vennero introdotte sul lavoro in miniera durante il Ventennio fascista erano legate allo sviluppo tecnico e all'aumento della produttività, invece che alla tutela delle condizioni di lavoro. Ciononostante, la vita dei lavoratori migliorò parzialmente. Si costruirono nuove strade e fu incentivato il dopolavoro, inquadrato nelle organizzazioni fasciste, con svaghi e divertimenti estesi anche alle famiglie degli operai.
Con l'entrata in guerra e fino all'armistizio dell'8 settembre del '43 queste conquiste andarono a ridursi fino a scomparire; il razionamento dei viveri e l'economia di guerra misero a dura prova la vita delle famiglie.
La nascita di formazioni partigiane fu la testimonianza attiva di uno stato di disillusione verso il regime e di repulsione verso l'occupazione tedesca che si andò ad acuire man mano che gli alleati guadagnavano terreno sul fronte italiano. Questo portò le società minerarie a mantenere una posizione conciliante con le bande partigiane, fornendo loro viveri, mezzi ed esplosivo.
La produzione mineraria riprese a pieno regime nell'Italia repubblicana e i minatori si trovarono a partecipare alla ricostruzione di una parte di Paese che, con i fondi del piano Marshall, era pronta a riprendere la corsa tanto nella produzione di mercurio quanto nella crescita di una società affrancata dalle restrizioni della libertà portate dal fascismo.
A partire dagli anni Sessanta, con i casi di avvelenamento da mercurio che ne fecero abbassare notevolmente il prezzo sul mercato, molti paesi decisero di abbandonare l'impiego di questo metallo, in favore di altri meno pericolosi. II comprensorio del Monte Amiata accusò un duro colpo; i tenori scarsi di minerale assieme a costi di estrazione elevati misero definitivamente fuori gioco le miniere amiatine, che, una dopo l'altra, chiusero definitivamente tra il 1975 ed il 1982.

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