IL MONTE AMIATA, LE MINIERE E LA STORIA D’ITALIA
MUSEO - SALA 4
IL MONTE AMIATA, LE MINIERE E LA STORIA D’ITALIA
Dalla nascita dello stato unitario fino alla crisi dell'industria mineraria nazionale, la storia del mercurio amiatino si è legata a doppio filo a quella italiana. Tra Otto- e Novecento, la produzione di mercurio ha infatti seguito l'andamento dell'industria nazionale e, come tutte le industrie legate al comparto bellico, ha visto crescere i suoi rendimenti nelle fasi più drammatiche per il Paese.
A questo contesto storico locale, nel corso del secolo e mezzo che intercorre tra il rinvenimento dei primi frammenti di cinabro fino alla definitiva chiusura delle gallerie, si legano personaggi ed eventi che a pieno titolo hanno preso parte alla storia d'Italia, come la famiglia Rosselli.
La famiglia Rosselli entra alla Miniera del Siele nel 1861, quando Cesare Sadun, il proprietario della miniera allora detta del Diaccialetto, cedette metà delle sue quote societarie a Emanuele Rosselli per coprire i debiti della miniera stessa, la cui produzione, avviata nel 1847, non copriva le spese, portandola al fallimento nel 1862. Da quel momento la miniera del Siele rimase proprietà dei Rosselli fino all'epoca fascista.
Nella famiglia Rosselli erano ben presenti gli ideali mazziniani e il senso di italianità, anteposto alle proprie radici ebraiche. I due fratelli Sabatino e Carlo, assieme alla madre, ereditarono la prospera miniera del Siele-Solforate nel 1911, che assicurò loro una solida base economica e cospicui fondi per le proprie attività nel primo dopoguerra.
Il 9 giugno 1937, Carlo e Sabatino Rosselli, fieramente antifascisti, furono raggiunti e uccisi a Bagnoles de l'Orne, in Francia, dai sicari inviati da Benito Mussolini. Con le leggi Razziali del 1939 gli eredi Rosselli, per la loro origine ebraica, furono costretti a cedere la Miniera alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, ponendo così fine, dopo quasi un secolo, alla presenza di questa importante famiglia nel comprensorio del Monte Amiata.