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IL CINABRO E IL MERCURIO DALL'ANTICHITA' AI TEMPI MODERNI

MUSEO - SALA 2

IL CINABRO E IL MERCURIO DALL'ANTICHITA' AI TEMPI MODERNI

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L'estrazione del cinabro nel Monte Amiata risale a tempi antichissimi. Tracce di antiche escavazioni sono state riscontrate in molte miniere e, stando ai reperti ritrovati, la datazione di questi lavori risalirebbe al neolitico.

Le attività estrattive sarebbero continuate anche in epoca etrusca e romana, quando il cinabro era ricercato come colorante primario: il suo colore rosso era infatti utilizzato nella tinteggiatura dei muri, dei tessuti e delle terrecotte. Anche il prezioso rosso pompeiano era ottenuto dal cinabro raccolto nell'area vesuviana, un territorio vulcanico geologicamente simile a quello amiatino.

Per questo periodo non si hanno però riferimenti espliciti all'utilizzo del principale derivato del cinabro: il mercurio. Le prime notizie in tal senso risalgono al Medioevo, quando gli Aldobrandeschi estraevano per certo il mercurio, probabilmente utilizzato per purificare l'oro e l'argento con la tecnica dell'amalgama, o per gli esperimenti degli alchimisti.

In epoca moderna vi sono molte fonti che riferiscono di attività minerarie nel corso di quasi tutto il Diciottesimo secolo. In questo periodo, le tecniche di ricerca e di coltivazione non erano molto diverse da quelle antiche, anche se erano state migliorate dall'impiego di attrezzi in ferro, di polvere da sparo e di argani a mano per l'estrazione del minerale.

Nel secolo successivo, il Diciannovesimo, ha inizio l'epopea mineraria amiatina: nell'arco di 50 anni, a partire dal 1860, il Monte Amiata raggiunge il secondo posto nella produzione mondiale di mercurio. Fino alla fine dell'Ottocento, Santa Fiora è stata il centro amministrativo delle miniere e delle ricerche di mercurio.

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