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I LAVORI IN MINIERA

MUSEO - SALA 3

I LAVORI IN MINIERA

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Il mercurio veniva trasportato in bombole in ferro con tappo a vite e per quanto riguarda la sua commercializzazione, esiste un chiaro parallelismo fra la produzione delle miniere amiatine, così come di quelle del resto del mondo, e la variazione dei prezzi del mercurio sul mercato internazionale.
Anche la manodopera impiegata nel processo produttivo seguiva inesorabilmente il prezzo di vendita: le società minerarie assumevano personale per aumentare la produzione e fare fronte alle richieste e lo licenziavano quando queste diminuivano e i prezzi calavano.
Il lavoro in miniera si articolava in diversi settori: il reparto gallerie, guidato dal Capo Reparto, a seconda dell'entità del giacimento era diviso diverse sezioni, controllate a loro volta da un Capo Servizio, coadiuvato dagli Aiuti Capo Servizio, dagli Assistenti Tecnici e dai Sorveglianti.
Vi erano poi il reparto forni; il reparto officine, che aveva in gestione anche le centrali idroelettriche; l’ufficio costruzioni; l’ufficio amministrazione, affiancato negli anni ‘60 del novecento dal personale di servizio sanitario e il servizio ricerche, formato da due ingegneri e un geologo.
All’interno della miniera il lavoro era organizzato in molti ruoli:
La squadra, composta da minatore e manovale; i vagonisti; gli imbocchini e gli arganisti, che portavano fuori dalle miniere il materiale estratto; i tubai, addetti alla posa delle tubazioni per l’aria; i cantonieri, per i binari delle gallerie; i campionisti, che misuravano il tenore di mercurio presente nella miniera; i fuochini, addetti alle mine e i sondatori, che dovevano rintracciare il minerale attraverso le infiltrazioni di acqua o gas.

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